L’indice di indebitamento o leverage o ancora leva finanziaria mette in luce l’assetto della struttura finanziaria di una determinata impresa. Tale ratio misura il rapporto tra il capitale investito e il capitale proprio.

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1. DEFINIZIONE DI LEVERAGE.

Il leverage indica, in sostanza, l’entità degli investimenti effettuati per ogni euro di capitale conferito non a titolo di prestito.
Se il suo valore è:
· pari a 1, tutto il capitale investito è finanziato esclusivamente dai mezzi propri;
· superiore a 1, gli investimenti vengono finanziati anche con mezzi esterni (come avviene nella generalità dei casi).

Pertanto, il suo valore aumenta proporzionalmente al crescere della dipendenza finanziaria da terzi.

Leverage = capitale investito / capitale proprio = Ci / Cp

2. EFFETTO LEVA.

E’ noto che la redditività del capitale proprio indica in che misura le scelte operate dal management aziendale nel corso dell’esercizio considerato si sono rivelate efficienti.

Tale indice sintetizza il risultato delle scelte compiute in relazione alla gestione operativa, alla struttura finanziaria e alla gestione estranea a quella tipica.

In sostanza, la remunerazione del capitale di rischio varia in misura direttamente proporzionale rispetto alla redditività del capitale investito (ROI = Reddito operativo / Capitale investito = Ro / Ci, che a sua volta misura l’economicità della gestione tipica), alla configurazione della struttura finanziaria dell’impresa (leverage) e al peso degli oneri finanziari e degli altri proventi non tipici (tasso di incidenza della gestione non caratteristica = Reddito netto d’esercizio / Reddito operativo = Rn / Ro).

L’effetto di rilievo della leva finanziaria consiste nell’amplificare la redditività dei mezzi propri, perlomeno finché il rendimento del capitale investito rimane superiore al costo dei mezzi di terzi.

Si parla, in tal caso, del leverage come fattore moltiplicatore del ROI così da generare un effetto amplificatore sul ROE (effetto leva).

In sostanza, l’indice di indebitamento spinge la redditività del capitale proprio ad un livello superiore rispetto a quello della redditività del capitale investito.

L’ampiezza di tale impatto è tanto maggiore quanto più elevata è l’incidenza del capitale di terzi nell’assetto finanziario dell’azienda.

Al contrario, il tasso di incidenza della gestione non caratteristica esercita normalmente un’azione demoltiplicatoria o di deterrenza sulla redditività, in quanto, soprattutto a causa della presenza degli oneri finanziari (interessi passivi) relativi ai finanziamenti di terzi, tale indice si mantiene quasi sempre su valori minori di 1 (Rn / Ro < 1).

La struttura finanziaria, tramite il costo dell’indebitamento, tende ad attenuare o addirittura ad azzerare l’effetto leva esplicato dal rapporto di indebitamento.

Nel caso in cui i proventi derivanti dai settori aziendali non caratteristici siano in grado di coprire i costi corrispondenti (Rn / Ro > 1), si verifica un duplice effetto moltiplicatore, quello del leverage e quello del tasso di incidenza della gestione non caratteristica, così da innescare un ulteriore crescita del ROE.

ROE = ROI x Ci /Cp x Rn / Ro

 

3. ALCUNE IPOTESI DI LAVORO CONCRETE

CASO 1.
Le tre aziende considerate (AZIENDA X, AZIENDA Y, AZIENDA Z), alla fine dell’anno n, hanno lo stesso tasso di redditività del capitale investito, ma differenti valori riferiti al tasso d’incidenza della gestione non caratteristica e alla leva finanziaria.

INDICI AZIENDA X AZIENDA Y AZIENDA Z
       
ROI 25% 25% 25%
leverage 1 1,5 1,5
tasso d’incidenza della gestione non caratteristica 1 1 0,4
ROE 25% 37,50% 15%

A parità di ROI, appare ben diverso il valore risultante per il ROE nelle tre aziende in esame.
Infatti, dalla tabella a valori comparati si desume che:
· Se il quoziente di indebitamento e il tasso di incidenza della gestione non tipica assumono il valore 1, la misura del ROE è funzione dei valori assunti dal ROI e quindi i due ratios si equivalgono (AZIENDA X);
· A parità di ROI e di tasso d’incidenza della gestione non caratteristica, il ROE risulta pari ad una volta e mezzo quello dell’AZIENDA X (AZIENDA Y);
· Anche se il ROI e l’indice di indebitamento sono identici a quelli dell’AZIENDA Y, il tasso di redditività del capitale proprio è di due volte e mezzo inferiore in quanto il tasso di incidenza della gestione extracaratteristica riduce nettamente l’impatto moltiplicatore del leverage (AZIENDA Z).

CASO 2.
Si osserva ora l’evoluzione che contraddistingue la struttura finanziaria di una stessa impresa nel corso di più anni (5) in tre differenti situazioni.

CASO 2.A.
L’azienda presenta un leverage crescente nell’arco degli anni. Gli investimenti aumentano di anno in anno per effetto dell’aumento del ricorso al capitale di terzi rispetto al capitale proprio, che rimane fermo ai livelli iniziali. Ipotizziamo in tutti gli anni un tasso d’incidenza della gestione non caratteristica pari a 0,50 e il ROI è il 40%. 

anni n n+1 n+2 n+3 n+4
ROI 40% 40% 40% 40% 40%
leverage 2 3 4 5 7
tasso d’incidenza della gestione non caratteristica 0,5 0,5 0,5 0,5 0,5
ROE 40% 60% 80% 100% 140%

E’ evidente l’aumento del ROE proporzionalmente alla crescita della leva finanziaria (effetto leva positivo).

CASO 2.B.
L’azienda presenta un leverage stabile e pari a 2 nei vari anni. Ipotizziamo un tasso d’incidenza della gestione non caratteristica crescente e il ROI pari al 30%. 

Anni n n+1 n+2 n+3 n+4
ROI 30% 30% 30% 30% 30%
Leverage 2 2 2 2 2
tasso d’incidenza della gestione non caratteristica 1,5 1 0,75 0,6 0,2
ROE 90% 60% 45% 36% 12%

Il tasso di incidenza della gestione non caratteristica esercita un’azione riduttiva sul ROE, frenando decisamente l’effetto moltiplicatore proprio del leverage (effetto leva negativo).

CASO 2.C.
L’azienda presenta un ROI crescente nei vari anni. Ipotizziamo un tasso d’incidenza della gestione non caratteristica pari a 1,90 e il leverage pari 3. 

Anni n n+1 n+2 n+3 N+4
ROI 10% 20% 25% 30% 32%
Leverage 3 3 3 3 3
tasso d’incidenza della gestione non caratteristica 1,9 1,9 1,9 1,9 1,9
ROE 57% 114% 142,50% 171% 182,40%

Si può osservare il duplice influsso amplificatore che la leva finanziaria svolge sul ROE grazie alla prevalenza dei proventi estranei alla gestione caratteristica rispetto ai corrispondenti oneri e all’andamento in continua espansione che contraddistingue il ROI (effetto leva positivo).

Articolo scritto dalla Dott.ssa Roberta Braga
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