Agevolazioni fiscali per gli investimenti fatti nelle start-up innovative: continua la spinta alle imprese innovative con l’estensione degli incentivi fiscali anche nel 2016.
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L’agevolazione sugli investimenti nelle start-up innovative è estesa al 2016, il ministero dello Sviluppo Economico ha infatti esteso il decreto anche per questo nuovo anno.
Il Ministero dello Sviluppo Economico e il Ministro dell’Economia, incentivano gli investimenti nelle start-up innovative con l’obbiettivo di farle crescere. Con il nuovo decreto ministeriale che estende al 2016 gli incentivi fiscali all’investimento in start-up innovative, e con l’imminente lancio di #start-upSurvey,(la prima indagine ISTAT sulle start-up innovative) si cerca di aiutare queste nuove imprese.
Il nuovo decreto per i finanziamenti alle start-up prevede:
-per le persone fisiche, una detrazione IRPEF del 19% dell’investimento fino a un massimo investito pari a 500mila euro.
– per le persone giuridiche, una deduzione dall’imponibile IRES del 20% dell’investimento fino a un massimo investito pari a 1,8 milioni di euro.
Per investimenti che riguardano le start-up innovative a vocazione sociale e quelle che sviluppano e commercializzano prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico in ambito energetico, la percentuale sale rispettivamente al 25% e al 27%.
In aggiunta per il 2016:
-è stata innalzata la soglia di investimenti ammissibili per ciascuna start-up innovativa a 15 milioni calcolabili su un arco temporale di 5 anni;
-è stato portato da 2 a 3 anni il periodo per il quale è obbligatorio mantenere l’investimento;
-per quanto riguarda la perdita dell’agevolazione sono stati rivisti i motivi, si può perdere l’incentivo se la perdita dello status di start-up innovativa è dovuta al superamento del limite temporale dei 5 anni dalla costituzione, o del tetto di 5 milioni di euro del valore della produzione annua.
Un’ulteriore aiuto alle PMI innovative è dato dall’accesso al Fondo di Garanzia con la procedura semplificata. In pratica, anche le PMI innovative possono accedere al Fondo senza che il gestore effettui la valutazione del merito creditizio dell’azienda beneficiaria.